Università bandita, si dimette il rettore Francesco Basile

Università bandita, si dimette il rettore Francesco Basile

CATANIA – Francesco Basile ha rassegnato le dimissioni dalla carica di rettore dell’Università di Catania, che ricopriva dal febbraio 2017. Nei giorni scorsi era stato sospeso dalla funzione nell’ambito dell’inchiesta “Università bandita”, che ha svelato un sistema diffuso di concorsi truccati; un’indagine che ha coinvolto 66 persone, tra cui 60 docenti di 14 atenei italiani, coinvolto insieme ai suoi due predecessori: Giacomo Pignataro e Antonino Recca.

“A seguito della nota vicenda giudiziaria avviata dalla procura della Repubblica di Catania che vede coinvolti, in qualità di indagati, numerosi docenti dell’Università di Catania ed anche me, in qualità di Rettore – scrive Francesco Basile al ministro Bussetti – ho avuto modo di riflettere profondamente sulle decisioni più opportune da prendere per il bene dell’Ateneo. Con lo stesso spirito di servizio che ha contraddistinto il mio mandato e per il rispetto e la considerazione che ho sempre manifestato per il ruolo che ricopro e nei confronti della Magistratura, ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni dalla carica di Rettore dell’Università di Catania”. La decisione di dimettersi viene definita dal professore Basile “sofferta” ma indispensabile “per la tutela dell’istituzione, dei docenti, dei dirigenti e del personale universitario che sento a me particolarmente vicini in questo momento e per garantire agli studenti serenità nel loro percorso di studio”. “Infine – precisa – ritengo che, spogliandomi del ruolo istituzionale, potrò con maggiore libertà ed incisività e senza condizionamenti esterni, dimostrare la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati”.

Questa mattina gli studenti hanno di nuovo occupato il Rettorato dell’università e convocato un’assemblea pubblica alle 17.30, chiedendo la presenza del direttore generale Bellantoni.

“La richiesta al direttore Bellantoni di presentarsi all’assemblea di oggi è dettata dalla volontà – dicono gli studenti – di avere chiaro quale sarà nei prossimi mesi il futuro di UniCatania. Pretendiamo infatti che venga oggi pubblicamente garantito che in nessun modo, né adesso né durante la sessione d’esame di settembre\ottobre, venga in nessun modo intaccato il diritto allo studio degli studenti. Abbiamo già pagato fin troppo per responsabilità altrui”.

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