Università, tagli del 50% degli assistenti alla didattica


 
 
 
 

CATANIA – Una perdita di posti di lavoro dal 40 al 50% pari a circa 80 dipendenti sui 160 attuali. È quanto si palesa all’orizzonte per gli assistenti alla didattica dell’Università di Catania a seguito della pubblicazione del nuovo appalto. Preoccupati per il loro futuro hanno deciso di protestare in piazza Università venerdì 26 gennaio dalle ore 11 alle 13. Nelle stesse ore si terrà un incontro tra i rappresentanti sindacali Snalv e Ugl e i rappresentanti dell’Università per cercare di trovare una soluzione.
Ritirare subito la gara per l’affidamento dei servizi di assistenza alla didattica e di vigilanza armata nelle sedi dell’Università degli studi di Catania. E’ quanto chiederanno la Ugl terziario e la Confsal terziario al rettore Francesco Basile domani, venerdì 26 gennaio alle 11.30, nel corso di un incontro in rettorato. Il motivo principale della richiesta dei sindacati è la mancanza di garanzie occupazionali che la procedura in atto, in scadenza il prossimo 28 febbraio, può assicurare con la consegna dei lavori alla ditta subentrante. “Nei due lotti principali, che riguardano sostanzialmente il servizio di portierato, abbiamo riscontrato l’evidente dimezzamento delle ore complessive da lavorare a fronte del raddoppio del costo a base d’asta, rispetto a quanto invece è previsto nel contratto in scadenza – spiegano i rispettivi segretari provinciali di categoria Carmelo Catalano e Antonio Santonocito. Ciò significa che in sede di cambio d’appalto ci troveremo a dover esaminare una tra le due probabili soluzioni, ovvero accettare una drastica riduzione del monte orario per ogni singolo dipendente (dalle attuali 35 a 15 ore con un salario di 350 euro mensili), pur di mantenere il livello occupazionale, o avallare il licenziamento di almeno la metà dei lavoratori in organico, praticamente un taglio da 180 a una cifra intorno alle 50 unità lavorative. Ipotesi chiaramente inaccettabili, anche perchè proprio di recente abbiamo potuto rilevare come i capi dipartimento siano stati autorizzati a far ricorso ad ore aggiuntive oltre alle 300 mila previste nel vecchio capitolato, ed abbiano anche richiesto l’implementazione di un monte orario superiore per far fronte alle necessità organizzative. Per questo non riusciamo a comprendere come si possa soddisfare la richiesta con le 140 mila ore indicate nel nuovo disciplinare e come dal vecchio contratto di circa 3 milioni di euro si sia passati agli attuali 8 milioni. Riteniamo dunque – concludono i rappresentati di Ugl e Confsal – che una gara con questi parametri non serva nè all’ateneo, in termini organizzativi ed in particolar modo economici, nè soprattutto al mantenimento di posti di lavoro. Al magnifico rappresenteremo questo, partendo dal principio che non debba essere licenziato neanche uno dei 180 operatori che continueremo a difendere in ogni sede competente.”

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