di Katya Maugeri
«Io credo che i sogni si possano realizzare, certo non tutti, ma la maggior parte si avverano». Scriveva così anni fa la piccola Laura, dei suoi sogni e del desiderio di “avere un mondo più pulito”. Sogni infranti per mano di chi avrebbe dovuto amarla in maniera incondizionata come solo un genitore riesce a fare. E invece, il padre uccide nel sonno la figlioletta dodicenne nella casa di famiglia a San Giovanni La Punta e dovrà scontare il carcere a vita.
Ma parte dei sogni, così puri e intrisi d’amore, hanno preso vita grazie al coraggio, alla forza della madre Giovanna Zizzo che da sette anni non ha smesso di lottare contro ogni violenza, divulgando nelle scuole e nella società la sua tragedia cercando di sensibilizzare gli animi ed educando i giovani alla non violenza, al rispetto, all’amore e non al possesso.
«È proprio da questo scritto – ci racconta Giovanna – che nasce l’associazione “Laura vive in me” con la Fabbrica dei sogni, infatti, portiamo avanti il sogno di mia figlia: quello di aiutare gli animali abbandonati e maltrattati. Vorrei costruire un oratorio, magari a San Giovanni la Punta, per accogliere ragazzi che hanno perso il loro punto di riferimento e costruire con loro un percorso di empatia, quella necessaria per educarli al rispetto verso il prossimo».
E nel giorno in cui Laura avrebbe compiuto diciannove anni, arriva la notizia che il parco giochi per i cani, in piazza Sant’Apollonia ad Aci Bonaccorsi sarà dedicato proprio a lei e inaugurato il prossimo 3 ottobre. Un’idea nata dalla Frates di Aci Bonaccorsi e accolta dal sindaco Vito Di Mauro e dall’assessore Katia Sfilio.
«La Frates di Aci Bonaccorsi, è una realtà che non mi ha mai abbandonata: hanno anche intitolato la loro sede alla mia Lauretta», racconta con commozione Giovanna.
«È un progetto al quale teniamo molto – spiega il presidente della Frates “Lauretta” di Aci Bonaccorsi Mario Nicotra – i ragazzi, all’interno del parco, potranno trovare degli scritti contro la violenza, idee di Laura, un percorso da intraprendere insieme, un progetto comune. Un luogo per sensibilizzare tutti e far capire ai bambini e non solo, che il rispetto è imprescindibile».
Ma l’associazione fondata da Giovanna Zizzo, “Laura vive in me” diffonde anche altri messaggi sociali, come la donazione. «Mia figlia Marika è sopravvissuta grazie alle donazioni di sangue, si è risvegliata dal coma e da quel momento cerco di spiegare ai giovani quanto sia importante donare se stessi per gli altri».
Sono numeri atroci quelli che raccontano un fenomeno che va assolutamente fermato:75 donne uccise da ex partner, mariti, partner, nel 2021 fino a questo momento. Serve pensare a delle misure di prevenzione dei femminicidi, lottando contro una cultura alla violenza.
«Ci sentiamo inermi davanti a queste notizie, siamo disarmati. Serve parlare ai giovani sensibilizzarli affinché non accada più. È ancora radicata una mentalità chiusa, ossessiva secondo la quale la donna è un oggetto. Nutro sempre la stessa speranza: che i giovani possano comprendere quanto raccontiamo nelle scuole e in ogni piattaforma utile, io vedo in loro commozione, partecipazione ed è lì che nasce la speranza di un cambiamento. Sento i loro abbracci e la loro vicinanza. Ricevo numerosi messaggi di padri che non riescono a comprendere come un padre possa fare un gesto simile e mi incoraggiano a non mollare. Io ci credo, reagisco, ma abbiamo bisogno delle istituzioni presenti, perché le donne che denunciano non devono essere ammazzate».
Occorre intervenire prima e non dopo l’omicidio, fermarli prima che sia troppo tardi, evitare così di condannare i familiari delle vittime a un ergastolo di dolore incolmabile.