Meno cenere: riapre l'aeroporto di Catania

CATANIA  –  L’Etna ha smesso di dare spettacolo, anche se la lunga colonna grigia è sempre ben visibile nell’azzurro di una assolata domenica di gennaio, ed è tornata la normalità per quanto riguarda i collegamenti aerei da e per Catania, dopo il “blocco” imposto proprio per la presenza di cenere vulcanica nell’atmosfera nelle spazio utilizzato dai velivoli in atterraggio e partenza da “Fontanarossa”.

Spazio aereo riaperto, quindi, intorno alle 8 di domenica, con 3 ore di anticipo rispetto alle previsioni di sabato pomeriggio, quando l’Unità di crisi aveva imposto lo stop a tutti i voli intorno alle 13,30 perché non c’erano le condizioni di massima sicurezza per i velivoli. Nella prima mattinata di ieri  l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania aveva rilevato che “l’emissione di cenere è al momento discontinua ed è diminuita di intensità. La cenere viene dispersa in atmosfera in direzione dei quadranti meridionali. Per quanto riguarda l’ampiezza media del tremore vulcanico essa oscilla intorno a valori medi”. L’Unità di crisi, quindi, ha potuto aggiornare le sue valutazioni ed ha dato disposizioni affinchè l’aeroporto tornasse nella normale operatività, pur prevedendo comunque la possibilità di ritardi e disagi sui voli in arrivo e in partenza, ma la situazione, dopo gli inevitabili problemi di sabato, si è andata normalizzando gradualmente.

In seguito alla chiusura dello scalo di Fontanarossa, sono stati 3.200 i passeggeri imbarcati o atterrati all’aeroporto di Comiso. L’operatività dello scalo ragusano ha permesso la regolarità, seppur con qualche fisiologico ritardo, evidenziando la piena collaborazione tra aeroporti e la funzionalità del sistema aeroportuale della Sicilia orientale. “Solo nella giornata di sabato – ha dichiarato Renato Serrano, amministratore delegato dello scalo ibleo – sono stati ben oltre 3.000  i passeggeri movimentati e 14 i voli, tra arrivi e partenze. Numeri vicini al record del 2014, che dimostrano come questo aeroporto regga e anche bene alla prova dei grandi numeri che potrebbero diventare la normalità, prescindendo dalle situazioni di emergenza. Un obiettivo che intendiamo concretizzare presto e per il quale stiamo lavorando intensamente”.

Un risultato importante, reso possibile grazie alla fitta collaborazione tra i vertici Soaco – l’ad. Serrano, il presidente Silvio Meli, che hanno agito tramite il consigliere SAC, già presidente della società di gestione dello scalo di Comiso, Rosario Dibennardo – che hanno lavorato in perfetta sinergia. Per gestire l’emergenza, inoltre, la GH Handling ha trasferito personale a Comiso da altri aeroporti. Non si sarebbe verificato nessun disagio particolarmente rilevante per i passeggeri in transito.

In questo caso l’emissione di cenere vulcanica ha provocato  disagi ai passeggeri tutto sommato limitati, perché la chiusura della spazio aereo non è durato neanche 24 ore, compresa la notte, quando lo scalo non è operativo. Ma dalla fine degli anni Novanta l’attività esplosiva con cenere dell’Etna è diventata assai frequente: durante l’’eruzione del 2002-03, ad esempio, la nube vulcanica fu pressocchè persistente  per quasi 2 mesi consecutivi.

Dal Giornale di Sicilia.

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