E’ trascorso un mese, infatti, dalla nomina di Salvatore Scalia a commissario per la ricostruzione dei comuni etnei colpiti dal terremoto di Santo Stefano. Un altro mese trascorso inutilmente perché la ratifica della nomina da parte del governo Conte non ha concluso ancora il suo iter e, di fatto, si è fermi esattamente al giorno dopo il sisma. Eppure l’indicazione di Salvatore Scalia, magistrato in pensione, fino a due anni fa procuratore generale di Catania, e poi commissario straordinario del Comune di Acireale, dopo le dimissioni del sindaco Roberto Barbagallo, in seguito ad una indagine della magistratura, era stata salutata con entusiasmo e speranza da tutti, amministratori locali, cittadini e istituzioni, anche perchè così si superava una fase di stallo che, di fatto, aveva contrapposto il governo regionale con quello nazionale. Scalia, tra l’altro, conosce benissimo il territorio e le sue problematiche, non solo per il recente incarico al Comune acese, e alcune frazioni di Acireale sono state particolarmente danneggiate, ma anche perché risiede a Zafferana, tanto che fu indicato subito come presidente del Comitato spontaneo dei terremotati di Fleri e Pisano, due frazioni di Zafferana, e poi eletto portavoce del coordinamento dei comitati spontanei, carica dalla quale si è dimesso contestualmente all’incarico di commissario straordinario per la ricostruzione. Carica e incarico, però, al momento vuoti di significato e di operatività, perché i fondi stanziati dal governo nazionale restano bloccati, in attesa di indire i bandi per gli interventi di prima necessità. Sostanzialmente non è cambiato molto nei nove comuni dell’Acese colpiti dalle forte scossa della notte del 26 dicembre 2018. La strada principale di Zafferana, proprio nel tratto che conduce a Fleri, è chiusa al transito veicolare, così diverse strade tra Aci Catena e Acireale. Comprensibile, quindi, il crescente malumore delle popolazioni che di certo non sono rimaste a guardare, tanto che alcune attività economiche hanno ripreso a operare superando con coraggio e buona volontà la situazione di crisi, ma in gran parte del territorio gli effetti devastanti del terremoto sono tutt’ora visibili: macerie, transenne, case e negozi chiusi, che sono lo scenario nel quale vivono circa 3.000 cittadini. Si cominciano, tra l’altro, a registrare i primi ritardi. Gli 800 beneficiari del contributo per l’affitto di una abitazione, ad esempio, non hanno ancora ricevuto la quota di maggio e siamo ormai a fine luglio. Bel frattempo i residenti nei comuni terremotati che hanno chiesto il contributo una tantum di 25.000 euro per poter intervenire e rendere agibili i propri immobili aspettano che l’iter burocratico renda disponibili le somme.
È stato ufficialmente nominato commissario per la ricostruzione dei Comuni colpiti dal terremoto del 26 dicembre 2018. La notizia è di pochi minuti fa e conferma le indiscrezioni già rivelate da questa testata: Scalia si era rapidamente guadagnato la ribalta nazionale e la fiducia dei cittadini diventando il portavoce del primo Comitato degli sfollati nato a Fleri e Pisano, le frazioni di Zafferana Etna più devastate, dopo la scossa di Santo Stefano. Al sottosegretario Vito Crimi, che ha effettuato più sopralluoghi nelle aree terremotate ed ha sbloccato il toto-nomine indicando Scalia, giunge la richiesta pressante da parte delle popolazioni di accelerare le procedure per far sì che l’ex magistrato sia messo in condizione al più presto di coordinare un pool di impiegati, scelti tra le varie amministrazioni pubbliche, orientare i flussi di spesa e prendere le decisioni più importanti sugli investimenti. Gli aiuti statali previsti dal governo gialloverde che dovranno essere gestiti sono di centinaia di milioni di euro. Ieri sera, intanto, all’ordine del giorno del Coordinamento dei comitati l’elezione del nuovo portavoce, dopo che Matilde Riccioli e Uccio Russo sono stati indicati presidente e vice del comitato di Fleri e Pisano, proprio in sostituzione di Scalia.