Cos’è il femminismo

Cos’è il femminismo

La storia del femminismo è storia di lotta. Chi si ostina a non capire quali siano le rivendicazioni delle femministe afferma che la lotta sia contro l’uomo, la persona. Ma il vero nemico è la società patriarcale. Eppure molte donne si mostrano insofferenti all’impegno, convinte che tale sistema non possa essere scardinato in quanto immutabile, eterno. Invece no! Il patriarcato si è imposto sulle primordiali società agricole matrilineari e da allora la donna è divenuta capro espiatorio di tutto il male esistente nel mondo; la conseguente elaborazione dei miti ha giustificato come necessaria la discriminazione e ha costruito una visione del mondo con la quale appagare la sete di dominio del maschio, visione talmente esclusiva che le stesse donne, che ne sono vittime, l’hanno integrata nel proprio modo di pensare e nell’accettazione inconscia d’inferiorità. Ma se si partisse dalla considerazione che tutti gli esseri umani sono uguali, anche gli uomini potrebbero sostenere la lotta delle donne e, sfruttando la loro posizione di privilegio, agire nella società per cambiarla, trasformarla e renderla femminista. Il femminismo potrà servire anche a loro, per liberarsi da certi stereotipi. Gli uomini sono oggi quei bambini a cui è stato insegnato a mascherare la propria identità profonda per far sì che vestano i panni del macho. L’analisi delle cause dell’oppressione patriarcale, condotta dai gruppi femministi di autocoscienza, è utile anche agli uomini perché consente loro di riconoscere e decostruire le dinamiche di forza che li costringono in questa situazione.

Chi è femminista ammette che esiste una disparità di genere e desidera azzerare gli stereotipi, crede che uomini e donne abbiano lo stesso valore e debbano godere degli stessi diritti, crede nell’eguaglianza sociale, politica ed economica e si impegna affinché tale uguaglianza diventi concreta; sogna un mondo di pari opportunità in tutti i campi, indipendentemente da sesso, etnia, religione. Gli uomini, dunque, non dovrebbero considerare che solo le donne se ne avvantaggerebbero. Ma il patriarcato dalle origini ancestrali, onnipresente nella nostra quotidianità, è apparentemente invisibile e noi tutti ne siamo vittime e
prosecutori! L’impostazione maschilista e misogina della realtà è mescolata con la nostra quotidianità nei comportamenti e nelle parole. Da dove deriva, infatti, il prendersi delle libertà nei nostri confronti? Spesso, noi donne, indotte a confondere gli atteggiamenti sessisti con una certa idea di romanticismo, ci sentiamo gratificate dai complimenti, li ricerchiamo! E gli uomini, come reagiscono al desiderio di emancipazione e di richiesta di parità da parte delle donne? Molti lamentano che oggi le donne sono diventate troppo sicure, disinvolte e intraprendenti e non credono più che il loro unico dovere sia prendersi cura del maschio e per questo essi sono diventati insicuri e hanno paura di sposarsi! Ecco il problema di fondo: l’incapacità di alcuni uomini di far fronte al cambiamento nonché l’incapacità di rapportarsi a donne su un piano di parità, l’incapacità di confrontarsi con donne che non accettano di essere il loro zerbino! Non è chiaro il motivo per cui se un uomo si sente insicuro di fronte a una donna libera, debba essere la donna a fare un passo indietro, limitare la propria libertà. Non sarebbe meglio se fosse l’uomo ad abbandonare l’idea di dover essere un macho? Mi rendo conto: decostruire è arduo, ma non impossibile!

Angela Barbagallo

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