"Storie dell'altro ieri", Gianni De Luca racconta la sua Belpasso tra ricordi ed emozioni

"Storie dell'altro ieri", Gianni De Luca racconta la sua Belpasso tra ricordi ed emozioni

“Storie dell’altro ieri” è un bellissimo lavoro sulla memoria belpassese, edito da Algra editore. Gianni De Luca, dopo “Pagine della memoria” ritorna in libreria con un’attenta indagine e ricerca antropologica che scava attentamente in un passato ramificato e che porta alla luce ricordi e aneddoti indispensabili per mantenere attuale e viva l’anima di un Paese che si rinnova.

Gianni De Luca, storico belpassese, appassionato di cultura e delle tradizioni popolari è uno dei fondatori e primo presidente della Fondazione dei Carri di Santa Lucia di Belpasso, in questa sua pubblicazione, ci racconta con uno stile sofisticato e dettagliato “quei personaggi d’un tempo”. Prende per mano il lettore e gli permette di ammirare vicoli, tradizioni, la devozione a Santa Lucia e sfumature di un tempo che hanno colori diversi, hanno tonalità calde e ricche di parole che De Luca cura con passione e dedizione per non perderle.

Nino Bellia nella prefazione del libro lo definisce il “Templare di Belpasso”: testimone, custode inesauribile ravvivatore di un braciere rituale che non smette mai di ardere: ed è così. De Luca, anche stavolta dimostra di avere un legame viscerale con le sue origini tanto da volerne condividere i dettagli affinché nulla mai venga dissolto nel tempo. Il suo, è un tempo passato ma è una forte lezione di vita, i ricordi non possono restare immobili hanno bisogno di parole per prendere forma e continuare a vivere, a insegnare a dimostrare che il nostro presente è frutto e conseguenza di azioni, scelte e sacrifici che hanno un senso comune radicato.

Gianni De Luca rende omaggio a personaggi che riaffiorano dai suoi ricordi e come delle anime che hanno ancora molto da dire, popolano queste bellissime pagine in un tempo che non sembra essersi mai allontanato dal presente. L’altro ieri diventa oggi in quelle storie che l’autore narra con pathos e nostalgia. L’antropologo Tim Ingold in uno dei suoi saggi, “Antropologia” afferma che “come i fili di una corda, le vite si intrecciano e si sovrappongono”. La vita degli esseri umani, pertanto, è sociale perché incarna il processo continuo e collettivo di relazionarsi e comunicare.

“Storie dell’altro ieri” è un attento lavoro antropologico perché include le persone, i luoghi, le tradizioni, le evoluzioni che ogni individuo ha svolto fino ad arrivare a un oggi. È un lavoro corale che racconta una Belpasso che ha profumi, odori, intrisa di cantate, sorrisi, emozioni che sembra di ritrovarsi lì, tra quei personaggi che hanno segnato un’epoca.

La malinconia dei tempi andati accompagna come una melodia delicata la lettura del testo, ma predomina anche la consapevolezza che solo la memoria potrà tracciare un percorso verso il futuro. Un futuro intriso di storie dell’altro ieri che hanno odore di panini con la mortadella e di presenze indissolubili che ricordano che “non è la calma assoluta la legge del mare”.

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