Maltempo eccezionale e responsabilità umane: Calatino allagato

 

 

 

Daniele Lo Porto

CATANIA – Il Calatino si conferma un’area fortemente a rischio per quanto riguarda l’aspetto idrogeologico. La presenza di torrenti, la caratteristica del territorio, in alcuni zone gestito in modo indiscriminato, le intense coltivazioni diventano estremamente vulnerabili davanti a fenomeni metereologici che non sono più straordinari, ma, al contrario, si ripetono con intensità e frequenza sempre più spesso. L’allagamento di aziende agricole e i danni ingenti al racconto, l’isolamento di abitazioni, le strade trasformate in corsi d’acqua sono l’inevitabile conseguenza, tanto da rendere necessario addirittura l’intervento dell’Esercito. E poi, ci sono, senz’altro, anche responsabilità “umane” recenti Per questi motivi presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha presieduto ieri sera, nella sede etnea della Regione, una riunione con i vertici e i funzionari della Protezione civile, per fare il punto della situazione sui danni causati dal maltempo nell’Isola. In particolare, si è discusso dei provvedimenti da adottare dopo la destinazione dei primi sei milioni di euro, da parte del governo regionale, a favore degli enti locali. Stamattina, sempre a Catania, si terrà una seduta della Giunta di governo per deliberare alcuni interventi per i Comuni colpiti dal terremoto del 6 ottobre. Nel pomeriggio, poi, il presidente Musumeci effettuerà un sopralluogo nel territorio del Sud Simeto, alluvionato dalle piogge dei giorni scorsi. Ad accompagnarlo sarà il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti e il responsabile provinciale Giovanni Spampinato

E sui possibili errori di gestione di Enti e strutture pubbliche il governo regionale vuole fare chiarezza. “Sull’Ufficio del Genio civile di Catania emergono ipotesi di grave negligenza e di mala amministrazione, soprattutto in relazione alle omesse azioni preventive per la sicurezza degli alvei dei corsi d’acqua. Ho disposto un’immediata attività ispettiva affinché entro le prossime 24 ore vengano accertate le responsabilità”, ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, dopo che, nelle scorse settimane, il capo del Genio civile di Catania non aveva ritenuto di intervenire con somma urgenza per liberare da detriti e rifiuti gli alvei di fiumi e torrenti ricadenti nel territorio della provincia etnea. «Analoga indagine – ha aggiunto il governatore- ho disposto a carico dei vertici del Genio civile di Palermo, per le medesime circostanze, mentre voglio verificare la corretta attività di vigilanza esperita dal dirigente generale del Dipartimento regionale tecnico. Non è più tollerabile che, per dolo o per colpa di chi ricopre ruoli di alta responsabilità, debbano pagare sempre e solo i cittadini. Da adesso, alla Regione chi sbaglia paga!”.

La Regione insista con governo nazionale per ottenere lo stato d’emergenza per le zone colpite dall’alluvione. Ma, nel frattempo, i Comuni siano messi nelle condizioni di approntare progetti adeguati per impiegare i finanziamenti contro il dissesto idrogeologico: nella recente riprogrammazione regionale, a Catania solo sei i progetti esecutivi su 20 rifinanziati. L’appello è di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, assieme a Paolo D’Anca, segretario generale Filca Cisl Sicilia, e Pietro Di Paola, segretario generale Fai Cisl Catania. Oggi, alle 15, una delegazione della Cisl catanese e della Filca siciliana incontreranno il sindaco di Scordia, Francesco Barchitta. «Per portare non solo la nostra solidarietà – spiega Attanasio – ma anche vedere che cosa il sindacato può fare di concreto, anche assieme alle istituzioni, per le popolazioni del comprensorio e per rivendicare interventi non solo a livello regionale e nazionale ma anche europeo». «L’alluvione e il maltempo ha messo in ginocchio il Calatino e distrutto colture di stagione – affermano Attanasio, D’Anca e Di Paola – e bene ha fatto il presidente Musumeci a fare già una prima destinazione di sei milioni di euro per i comuni interessati. Ora, occorre insistere con l’esecutivo nazionale per ottenere lo stato d’emergenza: non ci sono stati danni alle persone ma c’è un territorio la cui economia è stata messa in ginocchio e che va aiutato. L’agricoltura e il suo indotto, per la Sicilia, nel biennio 2015/2017 è stato un settore che ha contribuito come valore aggiunto per il 2 per cento alla sia pur contenuta crescita». Per Cisl e Fai di Catania e Filca siciliana, però, c’è un’altra questione che va affrontata e risolta: la progettualità comunale per spendere i finanziamenti contro il dissesto idrogeologico. «Nello scorso mese di giugno – ricorda Attanasio – la Cisl aveva già messo in guardia del rischio di perdere i fondi della riprogrammazione regionale. Per l’area metropolitana catanese, ci sono 35 milioni di euro da spendere, ma di progetti esecutivi sui 20 rifinanziati ce ne sono solo sei». In particolare, contro il rischio alluvioni, ci sono oltre 16 milioni da spendere, per di più nella zona pedemontana etnea, da Aci Castello fino a Maniace, per irreggimentare acque piovane, messa in sicurezza da esondazioni, bonifica di torrenti. Ma su 10 progetti rifinanziati solo tre sono esecutivi, 5 allo stato preliminare e due definitivi. Il più cospicuo è di 5,2 milioni ad Acireale, per la sistemazione idraulica tra S.Giovanni e Aci Platani, ma è allo stato preliminare.

«A presto – concludono Attanasio, D’Anca e Di Paola – incontreremo il presidente Musumeci e l’assessore Falcone, per chiedere quali interventi si possono fare per aiutare le amministrazioni comunali o la città metropolitana di Catania a mettersi nelle condizioni di poter progettare e così impegnare le risorse che la giunta regionale, con fatica, ha recuperato e messo a disposizione della lotta contro il dissesto idrogeologico siciliano».

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