Il siciliano non è un dialetto

Il siciliano non è un dialetto

Questo volume, che lo stesso autore non sa in quale genere letterario possa collocarsi, è frutto di un’immaginazione vivida, grazie alla quale è stato capace di creare dei personaggi, inventati di sana pianta ma così particolareggiati da sembrare reali, che con loro espressioni tipiche della lingua siciliana, fanno rivivere i tempi passati. L’autore riesce a coinvolgere il lettore, suscitando un interesse impellente è quasi irresistibile. Ideato per i ragazzi di scuola media, per la varietà dei i soggetti trattati e per il modo di presentarli, stuzzica l’appetito del sapere di qualsiasi categoria di lettori e li soddisfa a pieni voti.

L’autore, appartiene a quel gruppo di scrittori e poeti che con grande intelligenza e sensibilità fanno del proprio mondo interiore un universo carico di umori e di ricchezza psicologica. Il suo terzo romanzo, può collocarsi sia nell’abito della letteratura della memoria, narrando storie che affondano le loro radici in ricordi sperduti dell’infanzia vivificati dalla lingua madre siciliana, mai perduta e rivitalizzata attraverso bellissimi e profondi versi, sia nella letteratura per ragazzi e per quegli adulti che amano coltivare l’eterno fanciullino. Lo fa attraverso una prosa lirica, ricca di di grande musicalità e capace di evocare atmosfere e sentimenti che coinvolgono il lettore in prima persona. Angelo Vecchio Russo colloca le sue storie in un non- tempo dove sopravvive un mondo caratterizzato dalla sacralità delle piccole e grandi cose. Così dalla lettura emergono il culto della famiglia e della casa, il valore delle tradizioni, le gioie intime e modeste che rendono la vita degna di essere vissuta. Il tutto racchiuso in un viaggio immaginario ricco e corposo in cui primeggia un linguaggio caratterizzato da un’originale scansione ritmica, che sa scavare nella psicologia dei personaggi inventati, lasciando emergere le connotazioni più intime e belle. L’autore è abile nel tracciare le linee dell’ambiente in cui le vicende si svolgono tanto che il paesaggio, la natura, i personaggi diventano memoria evocatrice.

Angelo Vecchio Russo, figlio di Arcangelo Vecchio e di Serafina Russo è nato a Tripoli il 31 luglio 1941, al tempo del colonialismo libico, da genitori siciliani, poi rimpatriati come profughi di guerra. Dopo aver completato gli studi classici e frequentato l’Università di Catania circa due anni, lascia la Sicilia e si trasferisce a Londra, dove rimane per vent’anni. Poeta e romanziere, ha già pubblicato quattro raccolte di poesie e altri due romanzi: “La casa con tre giardini” e “Il paese del sogno”. Scrive in lingua italiana, siciliana e inglese e ha vinto numerosi premi letterari.

Mario Pafumi

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