"La grande menzogna" sulla strage di via D'Amelio

"La grande menzogna" sulla strage di via D'Amelio

CATANIA – Un Paolo Borsellino picaresco, sfrontato, rabbioso, lucido, imprevedibile, mai mesto. È il giudice-eroe
protagonista della pièce La grande menzogna scritta e diretta da Claudio Fava e interpretata da David Coco. Lo spettacolo, prodotto da Maurizio Puglisi per Nutrimenti terrestri, dopo il debutto di successo dell’anno scorso, arriva ora al Piccolo Teatro della Città, venerdì 1, sabato 2 (ore 21), all’interno del cartellone di Nuovoteatro del Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale. Inoltre, sabato 2 marzo alle ore 18.30, il drammaturgo e l’attore dello spettacolo – uniti ormai da anni in un sodalizio artistico che li vede insieme già nei lavori teatrali come “Il Mio Nome è Caino”, “Lavori in Corso” e “Il Giuramento” (regia di Ninni Bruschetta) –  saranno protagonisti (sempre al Piccolo Teatro della Città) del nuovo appuntamento di RetroScena (ciclo di incontri, organizzato in collaborazione con l’Università di Catania, sugli spettacoli in cartellone al Teatro Brancati e al Piccolo Teatro della Città). A condurre l’incontro sarà la professoressa Simona Scattina (Discipline dello spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania).
La “grande menzogna” è il furto di verità che il paese ha subito sulla morte di Paolo Borsellino, ridotta ormai a un garbuglio di menzogne, finti testimoni, amnesie, sorrisi furbi, processi viziati, infiniti silenzi e sfacciate, sfacciatissime menzogne. Il testo non porta in scena la narrazione minuziosa del depistaggio, perché non vuole essere un’operazione di teatro pedagogico della memoria: è anzitutto un’invettiva. E protagonista ne è lui, Borsellino: raccontato non più – come cento volte si è fatto – nell’agonia e nella morte, ma nella condizione risolta di chi non c’è più. E vuol riepilogare le cose accadute, con il divertito distacco di chi è ormai oltre e altrove.
La sua invettiva non ha come obiettivo mafie e manovali mafiosi, bensì noi. Il buon pubblico dei vivi, dei giusti, degli addolorati, dei falsi penitenti, degli irrimediabili distratti. Alla banalità del male, la voce del giudice sostituisce la banalità del bene, la sua ovvietà, il comodo rifugio di chi inventa eroi ed eroismi per non accorgersi che della verità viene fatto scialo sotto i suoi occhi. “In questo paese fa comodo a tutti pensare che dietro la mafia ci sia solo mafia. Che le ombre sono solo macchie di luce. Che dopo ogni notte ritorna il giorno, e si porta via i pensieri storti, i sospetti, i silenzi…” dirà Borsellino, tra le ultime battute, in un dialogo immaginario con noi e con sua figlia Fiammetta. Finale aperto, restituito allo spettatore: “E voi che dite? Ce le facciamo bastare queste cose? Io sono morto, ma voi no. Tocca a voi decidere. Allora, che facciamo, ce la mettiamo una pietra sopra?”.

Testo e regia Claudio Fava
con David Coco
disegno luci Antonino Caci |
assistente alla regia Massimo Blandini
foto di scena Giuseppe Contarini
scene e costumi Lydia Giordano, Iolanda Mariella
prodotto da Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri
Botteghino Piccolo Teatro della Città, via Ciccaglione 29 (Catania)
Per info 095 447603 – 095 530153 – 334 5683715
oppure visita il sito www.teatrodellacitta.it

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