Pubbliservizi, senza bilancio non si può chiedere il risanamento alla Regione


 
 
 
 

CATANIA  – Un gruppo di lavoro permanente alla Regione per approntare un piano strategico di recupero della Pubbliservizi e salvare la società e i lavoratori, in applicazione della “legge Madia” e della circolare 100/2017.
A chiederlo sono Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Rita Ponzo, segretaria generale della Fisascat Cisl etnea, dopo l’assemblea dei lavoratori che si è svolta oggi alla presenza di Salvo Cocina, commissario straordinario della Città Metropolitana.
«Siamo fortemente preoccupati – affermano Attanasio e Ponzo – perché ci aspettavamo proposte concrete per rilanciare la Pubbliservizi tanto dalla Città Metropolitana quanto dal consiglio d’amministrazione della società. Invece non si intravvede una via d’uscita e i lavoratori sono già al secondo mese senza stipendio».
«La soluzione del contratto triennale prospettata dal commissario Cocina – continuano – anche se prevede risorse che sono insufficienti, è percorribile solo se il presidente Ontario (nella foto) è disposto a firmarlo. Ma serve che la Pubbliservizi chiuda il suo bilancio, consolidando la situazione debitoria, solo così la Città Metropolitana può integrarlo nel proprio e chiedere interventi adeguati alla Regione.
«La stessa Città metropolitana – sottolineano – è in difficoltà finanziarie, a seguito del prelievo forzoso dello Stato e di alcune cause debitorie. Finora, a Catania sono arrivate briciole dalla Regione rispetto a risorse più cospicue ottenute da altre ex Province».
«Ora – concludono Attanasio e Ponzo – la legge124/2015 e le ultime circolari esplicative di riforma della pubblica amministrazione per le partecipate, consentono la dichiarazione dello stato di crisi e contemporaneamente il rilancio della società. Ma occorre un piano aziendale di risanamento, inserito in un percorso condiviso, e la Regione non può far mancare il suo intervento».

“Abbiamo appreso che questa mattina la Città metropolitana di Catania ha sottoposto alla firma dell’amministratore unico della Pubbliservizi il nuovo contratto di servizio di durata triennale. L’avevamo auspicato, ma dobbiamo purtroppo rilevare come la somma complessiva prevista per ogni singolo anno, circa 700 mila euro, non può affatto soddisfare le esigenze di un’azienda che impiega 380 dipendenti e presenta una situazione debitoria importante.” Lo dichiara Santo Gangemi, segretario provinciale di Ugl igiene ambientale, aggiungendo: “Allo stato attuale solo per gli stipendi ogni mese devono essere impiegati 1 milione e 100 mila euro, non contando nel calderone, quindi, i soldi che devono essere liquidati per far fronte all’accordo con i creditori e gli impegni per le nuove forniture necessarie a sostenere i lavori che devono comunque essere fatti. Vero è – prosegue Gangemi – che si vuole accedere al fondo di integrazione salariale, ma senza la giusta chiarezza su questo percorso da intraprendere e sul piano di risanamento che, ad oggi, è ancora sconosciuto non crediamo sia possibile avviare dal 2018 un contratto che a conti fatti significa il licenziamento di almeno 200 dipendenti! Questo non lo possiamo consentire, perché come abbiamo sempre sostenuto nessun posto di lavoro deve essere toccato. Siamo sin da subito disponibili a continuare a ragionare sulla salvezza della società, ma a questo genere di condizioni non è assolutamente possibile proseguire con serenità. Invochiamo l’intervento del Prefetto, cui riconosciamo l’autorevolezza e la capacità nella mediazione, ed auspichiamo nelle prossime ore anche la presa di posizione da parte del presidente della Regione, perché quella prospettata è di certo una via senza sbocco. Di fronte ad un simile quadro è arrivato il momento della massima responsabilità da parte di tutti e, ribadiamo, chi non se la sente lasci subito la sua carica e la partita, perché in gioco c’è l’occupazione di centinaia di catanesi e non la poltrona. Questa ipotesi di accordo (che si voleva stipulare oggi stesso) è assurda e va modificata. Basta prendere in giro i dipendenti, se c’è dietro un preciso disegno per fare fallire la partecipata, o di dimezzarne le risorse umane, chi né deve essere il responsabile esca una volta per tutte allo scoperto e lo dica pubblicamente. Da parte nostra, infine, se non giungono in tempi rapidi soluzioni soddisfacenti – conclude il sindacalista – siamo già pronti ad avviare ogni azione di protesta anche forte, a tutela dei diritti dei lavoratori di Pubbliservizi.”

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