Società partecipate quasi fallite, ma i superstipendi non si toccano. Vergogna!


 
 
 
 

CATANIA – Con una lettera inviata a tutti i sindaci del territorio catanese, ed in particolare al vertice della Città metropolitana e del Comune etneo, il segretario generale territoriale della Ugl Giovanni Musumeci ha evidenziato la questione relativa agli elevati costi che le società partecipate continuano ancora oggi a sostenere per liquidare benefit aggiuntivi allo stipendio ai dirigenti, ai funzionari ed ai quadri, ma anche l’enorme ritardo che si sta accumulando nell’affrontare una così spinosa situazione. A Catania ed in provincia, infatti, allo stato attuale risulta che gli enti proprietari di società partecipate non sono intervenuti, come invece hanno fatto altri enti nel resto d’Italia che attraverso vere e proprie deliberazioni hanno imposto la calmierazione dei vari superminimi e bonus ad personam, concessi ad alcuni dipendenti.

“Ci troviamo nel bel mezzo di uno scandalo, perché nella nostra città soprattutto si continuano ad erogare retribuzioni in aggiunta alla paga base mentre le società sono sull’orlo del fallimento. E’ il caso eclatante di Pubbliservizi, dove il congelamento operato a monte dall’amministratore non basta, ma è una problematica che investe anche Multiservizi e tutte le altre aziende che non vivono di certo in uno stato di benessere.” Per Musumeci, in questo caso, principale imputate sono state le varie amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni, poiché la normativa risale al 2010 e non è stata ancora applicata. “Alla Multiservizi, ad esempio, risulta che ci sono 3 dirigenti che costano oltre 150 mila euro l’anno, in altre società ci sono alti funzionari che si portano a casa uno stipendio da circa 12 mila euro mensili, dove la base è di 2.500 euro mentre la restante cifra è riconosciuta a titolo di superminimo. In poche parole un gravissimo danno per l’economia di queste partecipate che, non a caso, anche per questo motivo si trovano in enormi difficoltà, avendo così bruciato i soldi della cittadinanza. Come organizzazione sindacale, avendo a cuore la salvaguardia dei livelli occupazionali e l’equità tra i lavoratori stessi nell’applicazione delle clausole contrattuali, abbiamo inviato all’amministrazione della ex Provincia ed a tutti i comuni che hanno partecipazioni del genere, una proposta di delibera sulla falsa riga di quello che da qualche mese a questa parte (iniziando il percorso nel 2015) ha fatto il Comune di Napoli, solo a titolo esemplificativo. Questa vergogna non può continuare – tuona Musumeci – non si può più perpetrare un danno erariale di queste proporzioni! Gli enti, ed in modo speciale quelli catanesi, prendano esempio dalle altre città della penisola ed approvino subito le delibere per la riduzione delle spese. Chiederemo, infine, all’assessore regionale delle autonomie locali un immediato intervento per intimare a questi enti di provvedere all’applicazione di una legge che ristabilisce equità e garantisce un recupero di somme non indifferente per la salvezza di queste famigerate aziende. Siamo disponibili, come sindacato, a sederci immediatamente attorno ad un tavolo di concertazione per discutere le opportune variazioni al contratto di secondo livello, che possano mettere al centro una maggiore equità di trattamento tra i lavoratori e porre fine a scandali di tale portata.”

 

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