Lo spot sesso-alcol produce polemiche non salute. Boomerang della Regione

Lo spot sesso-alcol produce polemiche non salute. Boomerang della Regione

PALERMO – Quanto costa, chi l’ha autorizzata e come è stato scelto chi ha curato la “creatività” della campagna di comunicazione istituzionale della Regione Siciliana contro l’abuso di alcool, ritirata dal web poche ore dopo la pubblicazione perché accusata da più parti di essere sessista e volgare? Lo chiede, con una interrogazione urgente al Presidente della Regione Nello Musumeci e all’Assessore per la Sanità Ruggero Razza, il deputato regionale Claudio Fava. Nel suo atto ispettivo, Fava sottolinea che la campagna è stata diffusa tramite il sito internet www.costruiresalute.it che risulta essere finanziato con fondi comunitari del PO FESR 2007-2013, segnatamente con l’azione 7.1.2 F.
“Tale sito – scrive Fava – dovrebbe consentire, nella ratio originaria, la partecipazione civica, la corretta comprensione delle decisioni amministrative e la promozione di scelta consapevole in merito agli stili di vita individuali.” I risultati raggiunti sembrano però essere ben diversi se, a meno di 24 ore dal suo lancio online, è stata ritirata perché sommersa di critiche, la campagna contro l’abuso di alcool, per cui è stata utilizzata un’immagine con il volto di una donna con due calici di vino a raffigurarne il seno, che ha sollevato sdegno e molteplici proteste.Sottolineando che non è la prima volta che l’Assessorato incappa in questi “incidenti”, Fava ha quindi chiesto di sapere quale sia il costo complessivo delle campagne di promozione di corretti stili di vita realizzate dall’assessorato regionale alla salute; quale sia il costo specifico della gestione del sito costruiresalute.it e delle collegate pagine social; quale sia, e con che modalità sia stata selezionata, la struttura incaricata della creazione dei contenuti visivi per le campagne di sensibilizzazione promosse dall’assessorato; quale sia il costo, complessivo o articolato per le singole campagne, della realizzazione dei contenuti visivi associati alle campagna di promozione; se tali contenuti visivi siano stati valutati ed eventualmente autorizzati dall’Assessore o da un suo delegato. Infine il deputato regionale ha chiesto di sapere “quali strumenti si vogliano prendere al fine di prevenire la diffusione di ulteriori immagini degradanti ed offensive.”

Sul caso è intervenuta anche  la deputata del Movimento Cinque Stelle Jose Marano. “C’è da restare increduli – dice Marano –. Un messaggio ‘istituzionale’ così sessista e pieno dei peggiori stereotipi era difficile da concepire. Un tema così delicato, e che merita la massima attenzione da parte delle istituzioni, è stato svilito con una propaganda retorica e macchiettistica. Spiace che i soldi dei siciliani vengano usati per realizzare questo tipo di comunicazione che di istituzionale non ha nulla. Finché si continuerà a far riferimento alle donne in questi termini sarà difficile combattere la violenza di genere. Anche il tono di altre campagne dell’assessorato di Razza non è il massimo dell’eleganza, giocando continuamente con ammiccamenti di natura sessuale”. “La violenza di genere non è solo quella che viene perpretata con la violenza fisica, ma è anche quella che viene perpretata quando si rappresenta il corpo della donna in simili maniere. Il governo regionale si deve scusare con le donne siciliane, non basta soltanto il ritiro di quella immagine degradante”, conclude la deputata.

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