L'ultimo saluto al maestro Lio Tomarchio

L'ultimo saluto al maestro Lio Tomarchio

RIPOSTO – Con la scomparsa del Maestro Letterio “Lio” Tomarchio, la Sicilia perde un suo grande figlio dotato di speciale personalità, che si distinse nello sport e nella letteratura dialettale. La prematura scomparsa all’età di 81 anni di Lio Tomarchio, dopo una breve malattia conseguente ad un rocambolesco incidente automobilistico autonomo, ha suscitato grandissimo cordoglio tra tutte le persone che lo hanno conosciuto e che hanno espresso direttamente alla famiglia o tramite Facebook, che si è riempito di foto e di ricordi della figura dell’ eminente Maestro giarripostese. Era di Riposto, ma ricevette la cittadinanza onoraria di Giarre, dove operò per oltre quaranta anni con la sua palestra di sport e di vita. Le esequie saranno celebrate oggi pomeriggio giovedì 20 ottobre, alle ore 16, nella Chiesa di San Giuseppe in Riposto.


L’IMPEGNO NELLO SPORT
Nato a Riposto, il 9 settembre 1939, Lio Tomarchio fu un grande maestro di arti marziali, in particolare di Ju-jutsu (autodifesa)e soprattutto di Judo, sport nel quale ricevette l’onorificenza della cintura Settimo Dan. Fu inventore del Liu-Bo, l’arte del bastone siciliano, che codificò facendolo assurgere al rango di sport, riconosciuto e inserito nei programmi di sviluppo del C.S.E.N. (Centro Sportivo Educazione Nazionale) ente riconosciuto dal C.O.N.I. e dal Ministero dell’Interno, che sta sempre più diffondendosi a livello non solo nazionale ma anche internazionale. Unico sport italiano, peraltro nato in Sicilia. Codificato dopo otto anni di studio durante i quali il Maestro Tomarchio frequentò tutte le più importanti scuole di bastone siciliano prendendo i principi e le “tirate” più efficaci. L’unico sport nel quale posso combattere senza distinzione alcuna sia uomini che donne in parità tra i sessi perché il Liu-Bo non è uno sport di forza ma di abilità e intelligenza.
Il 20 agosto del 1997, il Liu-Bo ebbe un riconoscimento mondiale nello stadio La Favorita di Palermo(oggi Renzo Barbera) partecipando tra i pochi protagonisti prescelti per l’inaugurazione della XX edizione delle Universiadi, aperta dall’esecuzione dell’inno nazionale di Pietro Ballo e condividendo il palcoscenico a forma di Sicilia, con Carla Fracci, tra i flash degli sbigottiti atleti e spettatori orientali
Nella sua ultra quarantennale palestra Tomarchio sfornò centinaia di atleti che negli anni si distinsero nei campionati nazionali e internazionali ottenendo grandi successi, con la conquista di titoli e medaglie. Molti divennero a loro volta maestri fondando nuove palestre.
LA LETTERATURA
In campo letterario Tomarchio, fine poeta e scrittore dialettale ebbe riconoscimenti e meriti a livello nazionale e internazionale tra cui: “EXIMIA OB MERITA” che gli venne conferito nella sedicesima giornata della cultura presieduta dal Ministro della Pubblica Istruzione On. Giovanni Galloni nella storica sala della Protomoteca in Campidoglio e consegnatogli da Sua Eminenza il Cardinale Silvio Oddi. Nel 1997, in occasione della morte di Madre Teresa di Calcutta compose una lirica in suo onore; il Papa, dopo averla letta, impartì all’autore l’Apostolica Benedizione.
A usufruire delle sue opere sono stati studiosi di Filologia Romanza della Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. Alcuni laureandi hanno adoperato i suoi lavori letterari per le loro tesi di laurea.
Sue poesie sono state inserite, tra quelle dei Maggiori Poeti e del Papa (Karol Wojtyla), nei volumi della collana “Il Balcone” editi tra il 1991 e il 1996 da “Il Quadrato” – Milano. Nei quattro volumi della Collana sono presenti liriche di grandi poeti di periodo e formazione diversa tra cui Cardarelli e D’Annunzio, De Amicis, Montale, Omero, Pascoli, Pasolini, Quasimodo, Saba, Ungaretti, Carducci e Dante Alighieri, Foscolo, Gozzano, Hess, Villaroel, Zanella, Brecht, Eliot, Manzoni, Pasternak, Sartre, Achmatova e Dickinson, Eluard, Laforgue, Li Tien Min, Monti, Shakespeare, Turoldo, con poesie che si rivolgono verso il tema che di volta in volta la collana predilige, quali il Natale, la Pace, l’Amore e la Mamma.
Tomarchio fu l’unico ad essere stato inserito, con poesie in lingua siciliana, su ognuno dei volumi della Collana, insieme a Di Giacomo, che appare con una sola poesia su “Il Natale”.
Da alcune sue poesie sono state tratte delle canzoni. Una è stata incisa sul portale di bronzo della settecentesca chiesa di Torre Archirafi di Riposto (CT) e un’altra accanto al millenario Castagno dei cento cavalli di Sant’Alfio (ETNA).
La sua poesia “ ’N Cristu senza varba” è stata tradotta e pubblicata negli USA dall’Associazione Internazionale per la promozione della cultura e della lingua siciliana “ Araba- Sicula” – St. John’s University – New York.
Questi solo alcuni dei riconoscimenti del Maestro Lio Tomarchio. Negli ultimi e più recenti anni, fu uno degli autori più attivi e convinti del Progetto culturale “Passeggiata letteraria ripostese”.
Santo Grasso scrive: “L’avevo incontrato qualche mese addietro a Torre Archirafi e come al solito non si mancava di recuperare la memoria di momenti in cui insieme si approfondivano i temi di una cultura che pur nella sua autenticità non sempre riusciva a superare bn barriere e pregiudizi. Gli organizzai da assessore al comune di Riposto un pomeriggio in cui recitare alcune sue nuove creazioni tratte da una raccolta in due volumi che mi regalô e che conservo e spesso riprendo a leggere per ritrovare l’anima popolare ed universale del suo essere e sentirsi poeta. Dispiace la sua scomparsa ma credo rimarrà nella memoria di Riposto e non solo e forse sarebbe una buona idea immaginare che il Comune di Riposto possa intestargli una strada. Condoglianze alla famiglia”.
Il docente universitario, prof. Orazio Licciardello ricorda: “La morte di una persona autentica, un vero Amico che mi colpisce al cuore. Un rapporto nato quando nei lontani primi anni ‘80, da Assessore del Comune di Riposto, organizzai un evento per presentare il primo Volume che il Maestro Lio Tomarchio aveva pubblicato. Che io ricordi fu il primo evento pubblico dedicato alla sua attivita’ da scrittore/poeta. Me ne rimase profondamente grato e da allora iniziò una grande Amicizia, mi ha regalato tante delle sue opere e qualche anno orsono mi ha fatto dono del ‘bastone da combattimento’ fatto con le sue mani: un onore solitamente riservato agli allievi più cari. La sua immagine mentre si allena sul Lungomare Pantano di Torre Archirafi resterà per sempre nei miei occhi. Buon viaggio Amico mio. Condoglianze alla Famiglia”.

Mario Pafumi

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