Pubbliservizi, annullato l'incontro in Prefettura


 
 

CATANIA – Le segreterie provinciali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti e Ugl Terziario hanno annullato il sit in dei lavoratori della Pubbliservizi previsto per  giovedì 16 novembre, dalle 14.30 alle 19.30, davanti alla Prefettura di Catania. E’ stata, infatti,  rinviata l’ennesima riunione per cercare di salvare la Pubbliservizi, la partecipata della Città metropolitana, che rischia il fallimento, con la conseguente perdita del lavoro per 380 dipendenti. Il prefetto Silvana Riccio, che aveva convocato le parti alle 15 di oggi a Palazzo Minoriti, ha ritenuto opportuno annullare il tavolo sia per la mancanza di un rappresentante della Regione, sia perché nessuna decisione può essere presa se non dopo l’incontro organizza all’ispettorato del lavoro il 22 novembre nel quale si valuterà la possibilità di intervenire con il FIS, il Fondo integrazione salario, un ammortizzatore sociale, per il quale è necessario, però, un contratto di servizio di almeno tre anni. Alla riunione di oggi sarebbero intervenuti il commissario straordinario della Città metropolitana, Salvo Cocina, l’amministratore unico di Pubbliservizi, Silvio Ontario, il direttore dell’INPS e le organizzazioni sindacali. Le parti, a questo punto, potranno lavorare nei prossimi giorni per trovare le soluzioni tecniche per ridare un futuro alla Spa che ha un “buco” di circa 6,5 milioni di euro, il capitale sociale eroso, quindi da ricapitalizzare, e l’impossibilità di effettuare anche i più semplici servizi (manutenzione stradale, aree a verde, edilizia scolastica) per mancanza di materiali.
Tutti nodi venuti al pettine dopo l’esplosione del “Caso Messina”, il presidente arrestato qualche mese fa con alcuni componenti del “cerchio magico”. L’arrivo di Silvio Ontario, un manager privato di consolidata esperienza, e la sua più attenta gestione non ha prodotto significativi risultati, né le promesse dell’allora sindaco metropolitano Enzo Bianco che in un incontro in Prefettura, circa due mesi fa, annunciava l’erogazione di un milione e centomila euro al mese alla Pubbliservizi per i pagamenti degli stipendi e l’acquisto di materiale.  “Promesse non mantenute, non c’è stato alcun riscontro positivo dopo quella serata. Guardavo i miei colleghi sindacalisti sorpreso della loro soddisfazione, la mia diffidenza si è dimostrata, alla luce dei fatti, fondata – spiega Giuseppe Cottone, segretario provinciale di FAST CONFSAL, che ha mantenuto un atteggiamento sempre critico -. La precedente riunione in Prefettura è stata una pantomima a beneficio dei media e per illudere i lavoratori. Non siamo ottimisti neanche almeno che l’azienda non metta sul tavolo un contratto di servizio sottoscritto con la Città metropolitana e un piano di riorganizzazione aziendale che aspettiamo da tempo. La politica, tramite i suoi referenti, deve assumersi precise responsabilità”, conclude Cottone.

“Al prossimo incontro ci aspettiamo di ottenere un indirizzo da seguire per far fronte alla difficile situazione che stanno attraversando sia la Pubbliservizi che i lavoratori. Chiederemo dunque che il contratto venga integrato sino a dicembre e chiediamo la firma del nuovo contratto triennale  che metterebbe l’azienda nelle condizioni di avviare un risanamento e arrivare all’obiettivo della tenuta occupazionale”, hanno dichiarato Giacomo Rota e Davide Foti, rispettivamente segretario generale della CGIL e segretario della Filcam CGIL.
E, in questi giorni, anche in seguito al nuovo corso alla Regione Siciliana in seguito alle elezioni del 5 novembre, sembra esserci maggiore attenzione. Incontri e riunioni si sono susseguite al Centro direzionale Nuovaluce: secondo indiscrezioni un deputato regionale starebbe facendo da raccordo tra Regione, Città metropolitana e Pubbliservizi per sbloccare una situazione che sembra essersi incagliata e rischia di affondare dopo che sono stati portati i libri contabili in Tribunale. Tra i costi da ridurre al più presto quello del personale che incide in materiale rilevante sul Bilancio, basti pensare che superminimi e avanzamenti di livello attribuiti con generosità dalle precedenti gestioni ammonterebbero a circa 43.000 al mese, oltre 500.000 euro in un anno. L’INPS, inoltre, non intenderebbe intervenire con l’integrazione dello stipendio, in caso di riduzione dell’orario lavorativo, se prima non sarà smaltito il monte ferie che riguarda addirittura il 2015 e il 2016, mentre parte del personale spera ancora di poter avere retribuite le ferie non godute, ipotesi remota, o meglio impossibile, alle condizioni attuali
A complicare la soluzione della vicenda potrebbe essere anche il possibile accoglimento del TAR, che si riunirà il prossimo 23 novembre, del ricorso fatto dall’ex sindaco metropolitano Enzo Bianco contro la nomina di Salvo Cocina, commissario straordinario.

Nella foto: il prefetto Riccio e il commissario straordinario Cocina.

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