Vandalizzata una panchina rossa, tre saranno inaugurate


|Katya Maugeri|

CATANIA – Ancora una volta il degrado, l’ignoranza e la cattiveria prendono il sopravvento sul pudore e il rispetto. Un’altra panchina rossa vandalizzata, stavolta a Pedara. Il ricordo delle vittime offeso da gesti ignobili. Panchine rosse, un progetto nato, promosso e sostenuto dalle madri che dalla sofferenza, dal dolore ne hanno ricavato forza e motivo di sopravvivenza, madri alle quali è stato sottratto crudelmente l’amore più grande: figlie, uccise da uomini che dicevano di amarle. Un padre e un ex compagno.

L’ennesima panchina vandalizzata, è accaduto ieri a Pedara. “Un’altra panchina violata che manca di rispetto alle vittime e alle persone che lottano contro un problema sociale che riguarda tutti” dichiara Vera Squatrito madre di Giordana Di Stefano, uccisa da Luca Priolo con 48 coltellate, “con questi gesti continuano a uccidere le vittime”, insieme alla Squatrito urla e lotta Giovanna Zizzo, madre della piccola Laura Russo uccisa dal proprio padre nel 2014,  “sono indignata, delusa, ma mai sconfitta. Hanno massacrato nuovamente la dignità, ma non fermeranno la nostra lotta, non cesseranno il nostro urlo – dichiara alla redazione di Sicilia Network – questi gesti vigliacchi ci danno la forza per non smettere di lottare, e la prossima settimana saranno tre le nuove panchine rosse che inaugureremo: a Cassaro, provincia di Siracusa, Trappeto e Fiumefreddo – continua la Zizzo – siamo più forti dei loro gesti, perché spinte da un amore che ci hanno tolto ma che continua a vivere”. Gesti che offendo e oltraggiano la memoria di chi, ogni giorno, muore per volontà di uomini che hanno scelto per loro, che hanno massacrato corpo e anima e un futuro che non potrà mai realizzarsi. “Questo gesto mi dà la certezza che bisogna lavorare tanto con i giovani e gli adulti, per educarli al rispetto totale. Rimetterò la targa e non mi fermerò – afferma Vera Squatrito – continuerò la mia missione del resto le prove più difficili danno la forza per non mollare. Io ci credo, io sono Giordana!”
Noi ci auguriamo si tratti solo di un gesto incosciente, un “gioco” di cattivo gusto fatto da ragazzini che ignorano la gravità della loro azione, ci auguriamo che chiunque abbia deciso di vandalizzare quella panchina possa comprendere e urlare quel no al fine di scuotere i cuori e le coscienze, affinché altro sangue non venga versato in nome di “quell’amore” che affermano di provare.

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