Raccolta differenziata alla palermitana


 
Carlo Barbieri

PALERMO – Un cittadino dello ZEN scrive all’Ufficio Relazioni Pubbliche del Comune lamentando l’accumulo di rifiuti nel quartiere.
Il dipendente della RAP risponde all’URP «Incredibile che si lamenti un cittadino visto che allo Zen 2, nonostante mille interventi la situazione non cambia». Ma per errore copia nella risposta il cittadino che si arrabbia perché si sente discriminato.
Vi dico cosa ne penso:
Da una parte, cittadini di un quartiere che – statisticamente parlando, senza fare di tutta l’erba un fascio e con tutte le scusanti socioculturali del mondo – è innegabile che mostrino meno senso civico di altri; dall’altra un funzionario che non ha capito cosa è un servizio VERAMENTE pubblico: un diritto di tutti, indipendentemente da dove vivono. E se cittadini incivili rendono necessari duemila interventi invece di mille? Si fanno, mettendo però in campo personale che abbia la voglia e il coraggio di prendere le multe.
Le cose dovrebbero funzionare così.
E invece sembra che a Palermo si sia inventata la “Raccolta Differenziata alla Palermitana”.
Nella raccolta differenziata alla palermitana la differenziazione non consiste nel separare carta, umido, plastica e metallo, ma nel differenziare i quartieri, e certe volte perfino i cassonetti, da tenere puliti: questo sì, perché ci passano i turisti (e/o, come dicono le malelingue, “ci abita qualcuno da non scontentare”?); questo no, “tanto è lo ZEN”.

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