“Sono figlio di un Carabiniere”

“Sono figlio di un Carabiniere”

CATANIA – Luca Bizzarri, da Genova, è un attore. Un attore comico. Ieri abbiano scoperto che Luca Bizzarri è anche figlio di un Carabiniere, come tanti avvocati, come tanti giudici e, da ultimo, come Rita Dalla Chiesa. I figli dei Carabinieri hanno sempre un senso profondo dello Stato e del servizio allo Stato ed ai cittadini nel rispetto della Legge.

Ieri Luca Bizzarri, alla notizia della feroce, gratuita, selvaggia uccisione del giovane vice brigadiere dei Carabinieri, Mario Cercello Rega , ha twittato : ”Sono figlio di un Carabiniere, un abbraccio immenso a chi soffre. Spero che l’assassino di stanotte sia arrestato, che sia processato in tempi brevi, che gli sia assicurata una difesa, che venga giudicato secondo la legge, che sconti la sua pena in un carcere e non in una topaia.”

A differenza di altri, ha utilizzato un linguaggio “istituzionale”, ha usato i congiuntivi, ha ritenuto che si determinassero i presupposti per la privazione – in fase cautelare – della libertà del responsabile dell’assassinio, ha auspicato che il processo (quello previsto dal Codice di Procedura Penale, legge dello Stato Italiano) possa avere ragionevole durata, che a questi sia “assicurata” una difesa, che il Giudizio si svolga secondo la Legge di questo Stato e che, all’esito, possa scontare la Sua pena, quella determinata da un Giudice che abbia valutato esattamente la Sua colpa, e non quella derivante dalla valutazione della Nazione dalla quale proviene o dal colore della Sua pelle. Infine, Luca Bizzarri, attore e comico da Genova, ha auspicato che quella pena possa (debba) essere scontata in un Carcere, come deve essere in un Paese civile, e non in una topaia, luogo, questo, dove troppo spesso la dignità di chi è recluso, ma anche di chi ha il compito di vigilare su quei reclusi, viene quotidianamente calpestata e dimenticata.

Noi non sappiamo se Luca Bizzarri, attore e comico da Genova, abbia mai letto l’art. 111 della Costituzione o l’art. 24, oppure l’art. 27, sempre di quella Costituzione della Repubblica Italiana, che pare rimanere spesso fuori dai tweets o dalle parole di tanti “uomini” delle Istituzioni.

Sappiamo però che, magistralmente, con encomiabile sintesi e con coraggio e raziocinio, ha delineato un percorso che consentirà, a questo nostro Stato, di giudicare secondo Legge il soggetto e, se dichiarato colpevole, determinare la Pena più giusta che sarà irrogata all’assassino del vice brigadiere Mario Cercello Rega.  Uomo morto perché le Leggi dello Stato possano essere rispettate, sino in fondo. Un Uomo delle Istituzioni.

E’ questo lo Stato farà attraverso il servizio delle sue Forze dell’Ordine, attraverso la sua Magistratura, senza ignorare o trascurare la difesa che svolgerà – secondo Legge e nell’interesse dell’imputato – un Avvocato. A volte può succedere, a volte succede: la Linea la detta un Comico.

P.S. questo documento è stato redatto ieri, prima della divulgazione delle foto del giovane americano ammanettato e bendato in una caserma. Così cambia il finale: A volte può succedere, a volte succede: la Linea la detta un Cittadino, che fa l’attore, che fa il comico.

Il Direttivo della Camera Penale “Serafino Famà” di Catania

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