Ripartenza post Covid: Sicilia, Sardegna e Molise saranno il fanalino di coda del Paese

Ripartenza post Covid: Sicilia, Sardegna e Molise saranno il fanalino di coda del Paese

di Saro Faraci

Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ha pubblicato ieri le previsioni regionali sul PIL relative al biennio 2020-21.  Il quadro che emerge non è dei migliori. Dopo la pandemia, che ha causato una recessione senza precedenti, la ripartenza del 2021 sarà più differenziata su base regionale rispetto all’anno in corso. Cresceranno un po’ le esportazioni dando respiro all’economia del Paese, ma la domanda interna (quella generata dai consumi degli Italiani) rimarrà stagnante; differenziata sarà pure la spesa per investimenti da parte delle imprese. Inoltre – ed è questa sicuramente la notizia più rilevante – si accentuerà il divario fra Centro Nord e Mezzogiorno, perché una parte del Sud non riuscirà ad agganciare la ripresa post-Covid. E dunque, come rileva Svimez, «la pandemia svela la questione nazionale della coesione territoriale e il rischio di disgregazione del sistema Paese: serve un presidio nazionale forte per governare una ripartenza condivisa su base regionale»

Entrando nel dettaglio del documento predisposto da Svimez,le previsioni regionali per il 2020 fotografano un Paese che è stato uniformemente colpito dalla recessione economica post pandemia. Tutte le regioni perdono in termini di PIL, il prodotto interno lordo. La Basilicata, una delle regioni meno colpite dalla pandemia, è quella che registra la perdita percentuale più marcata del PIL (-12,6%); la Lombardia, al contrario una delle aree del Paese che è stata epicentro della crisi sanitaria, perde fino a 9,9% punti di Pil. Perdite superiori al 10% di registrano al Nord (Emilia Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia), al Centro (Umbria e Marche) e nel Sud (Molise). Diversificata la situazione nel Mezzogiorno: la Campania e la Puglia, che insieme valgono il 47% del Pil di tutto il Sud, perdono rispettivamente l’8% e il 9%. Più contenute le perdite in Calabria (-6,4%), in Sardegna (-5,7%) e in Sicilia (-5,1%), trattandosi di economie regionali meno coinvolte negli interscambi commerciali interni ed esterni.

Si ripartirà nel 2021, nel senso che l’economia del Paese tornerà a crescere. La ripresa però sarà differenziata e il Centro Nord (+5,4%) tornerà a crescere quasi del doppio rispetto al Mezzogiorno (+2,3%). Tecnicamente si parla di un differenziale di crescita fra Sud e Centro-Nord che evidenzia in modo drammatico un problema di coesione territoriale e, come sottolineato da Svimez, il serio rischio di una disgregazione del Paese. Nel 2021, infatti, Veneto (+7,8%), Lombardia (+6,9%) e Piemonte (+5,3%) cresceranno più della media dell’Italia. Anche l’Emilia Romagna (+7,1%) farà bene. Rimarranno indietro invece molte regioni del Sud e fra queste Molise (+0,9%), Sardegna (+1%) e Sicilia (+1,3%) saranno il fanalino di coda del Paese.

L’indagine di Svimez va oltre. Valuta l’impatto della pandemia sui redditi delle famiglie. Nel 2020, è meno intenso nel Mezzogiorno (-3,2% contro il -4,4% del Centro Nord); per il 2021 è atteso un recupero in tutte le regioni centro settentrionali, soprattutto nel “triangolo della pandemia”; mentre le regioni meridionali condividono una riduzione meno intensa dei redditi nel 2020 ma, al tempo stesso, un recupero più debole nel 2021. Inoltre, la dinamica dei redditi condiziona le decisioni di consumo delle famiglie. Nel 2020, la spesa familiare cala bruscamente in tutte le regioni italiane con una certa variabilità interna (-12,3% nelle Marche e -7,7% in Sicilia, tanto per avere un’idea). Nell’anno a venire, la forbice si allargherà se si guarda alla ripresa della spesa delle famiglie. Nelle regioni del Centro e del Nord, in media, i consumi delle famiglie aumenteranno del 5,0%, recuperando la metà della perdita nel 2020; nelle regioni del Mezzogiorno invece il recupero sarà meno di un terzo. Ancora una volta la Sicilia insieme a Sardegna e Calabria sarà il fanalino di coda nei consumi interni, perché la spesa familiare sarà stagnante.

Anche gli investimenti delle imprese mostrano su base regionale caratteristiche comuni alla spesa familiare: nella ripartenza ci sarà una maggiore differenziazione del 2021 rispetto alla caduta del 2020. Nell’annus horribilis in corso il crollo degli investimenti è stato intenso al Nord in Emilia Romagna (-17,9%) e in Piemonte (-18%), al centro in Toscana (-17,5%) e al Sud in Campania (-16,3%).  Gli investimenti torneranno a crescere nel 2021 a tassi più sostenuti, ma saranno sempre insufficienti a compensare le perdite del 2020. Ad esempio in Sicilia copriranno appena il 2,5% di quello che è venuto a mancare in questo anno. Infine, la domanda estera, in profonda contrazione del 2020 (-15,3% in media nel Mezzogiorno e -13,8% nel Centro-Nord), tornerà a crescere nel 2021 a ritmi più sostenuti nelle economie regionali più orientate all’export e fra queste ovviamente non c’è la Sicilia.

Il documento di Svimez contiene raccomandazioni finali di politica economica nella direzione della coesione territoriale, altrimenti sarà una disgrazia per tutto il Paese. Secondo gli analisti di Svimez: «Affinchè affannarsi a sostenere la causa delle tante questioni territoriali (del Nord, del Centro, del Mezzogiorno) che si contendono il primato nel dibattito in corso sulle vie di uscita dalla pandemia, è tempo di compattare l’interesse nazionale sul tema che le risolverebbe tutte se solo l’obiettivo della crescita venisse perseguito congiuntamente a quello della riduzione dei nostri divari territoriali»

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