Start up, per l'associazione Nike la crescita nel territorio passa per una forte collaborazione fra giovani, imprese ed Università

CATANIA – Hanno scelto una location giovane ed “unconventional” per discutere un tema che esso stesso è giovane ed unconventional perchè riguarda l’imprenditorialità, le nuove imprese e lo sviluppo del territorio. La location è il modernissimo e funzionale Student Lab, un nuovo concept di aula studio e di social caffetteria inaugurato da qualche mese a Catania in via Firenze 204-210 e promosso da alcuni giovani della nostra città, tra cui Andrea Carollo, l’animatore della community Facebook La Liscìa Catanese. Il tema è la promozione di start up nel territorio, uno di quei “topics” che affascina i giovani, desiderosi di saperne di più quando c’è voglia di mettersi insieme, creare un team possibilmente con competenze multidisciplinari, elaborare un progetto imprenditoriale e avviare una nuova impresa innovativa, magari nel campo dell’innovazione digitale e sociale. Al di là dei falsi miti, il percorso del “fare impresa” non è immediato ed è giusto che se ne discuta bene prima per capire come muoversi ed evitare errori.

Molto riuscito e assai partecipato è stato ieri sera l’incontro Student Up promosso dall’associazione universitaria Nike ed organizzato da Giuseppe Trovato. Una cinquantina i partecipanti, tutti giovani e in stragrande maggioranza studenti universitari, suddivisi in tre tavoli di lavoro, uno coordinato dal prof. Rosario Faraci dell’Università degli Studi di Catania (su Università e start up), un altro coordinato dagli imprenditori dott. Gianluca Costanzo, dott. Pietro Ambra e ing. Dario Zappalà (su Territorio e start up), un terzo coordinato dal dott. Giuseppe Coppola dell’associazione Youthub (su Giovani e start up). A tutti è stata la possibilità di discutere, dibattere, fare proposte, evidenziare criticità esistenti, suggerire miglioramenti, correggere il tiro su qualche iniziativa già presente nel territorio. Da tutti i tavoli è venuta chiara però un’indicazione: a Catania, ma anche nei territori limitrofi, è forte la voglia di fare nuova impresa nei giovani, c’è volontà di mettersi in discussione e di scommettersi, ma occorre che sia funzionante ed efficiente un vero ecosistema dell’innovazione a supporto dove tutti gli attori devono fare la propria parte.

A pochi giorni dalla conclusione di Startup Europe Week che ha fatto tappa la scorsa settimana ad Acireale, a Catania e a Siracusa, su iniziativa del prof. Faraci (Università di Catania) e del dott. Salvo Fallica (di Impact Hub), ritorna il solito “leit motiv”, cioè che ci vuole una collaborazione più stringente fra tutti i protagonisti del territorio. Alla sessione plenaria conclusiva, moderata da Simona Oliva, lo hanno ribadito tutti i coordinatori dei tavoli tematici. Per Gianluca Costanzo, a Catania è ancora debole la cultura d’impresa, del fare impresa e dell’essere imprenditori. Bisogna investire in questa direzione ed un contributo può venire dalle associazioni di categoria come Confindustria e Confcommercio, ad esempio, che sono assai rappresentative del tessuto imprenditoriale provinciale. Il territorio di Catania è attrattivo, è competitivo? – si è chiesto Costanzo, ribadendo che i confini del territorio vanno allargati, ricomprendendo anche le città limitrofe che manifestano una forte “fame” di cultura d’impresa e voglia di scommettersi. Per Giuseppe Coppola, presidente di Youthub, il mondo associativo giovanile deve rafforzarsi ulteriormente per veicolare nuovi messaggi positivi: è sintomatico che su 43.000 studenti universitari appena 800 circa siano appartenenti al sistema delle associazioni studentesche. E nelle Università occorre anche che i Professori siano più collaborativi e capaci di stimolare i giovani ad intraprendere nuove progettualità innovative, come ha fatto il team di Antonio Gurgone ad Ingegneria col suo prototipo di macchina futuristica che ha partecipato e si è ben piazzato alla Shell Eco-Marathon Europe. 

E’ toccato infine al Prof. Rosario Faraci tirare le fila su ciò che il mondo giovanile chiede all’Università. Avere più spazi di co-working, di incubazione e di accelerazione per favorire la circolazione di nuove idee e stimolare la contaminazione culturale fra giovani provenienti da tutti i Dipartimenti; potenziare le attività di orientamento e di mentoring lungo tutto il percorso universitario per aiutare i giovani a “scoprire” le loro vocazioni professionali e irrobustire le competenze necessarie per trovare un impiego o anche occasione di autoimprenditorialità; sfruttare le opportunità delle borse Erasmus per allargare gli orizzonti conoscitivi e, conoscendo nuovi mondi geografici, imparare dagli altri le “best practices” per fare nuova impresa; promuovere più corsi ad indirizzo economico-aziendale dentro i vari corsi di laurea; infine, favorire una più stretta collaborazione con il mondo delle imprese, magari facilitando agli imprenditori il compito di guidare loro stessi team di giovani universitari ed avviarli a percorsi di start up e nascita di nuove iniziative imprenditoriali.

 

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