Saluti romani a Milano: è apologia del fascismo

|Martina Pumo|

 MILANO – Sabato 29 aprile Milano non ha vinto. Il ricordo non è stato onorato, la memoria è stata infangata. Al Cimitero Maggiore di Milano, presso il campo 10, circa mille militanti di Casa Pound e Lealtà Azione, sono riusciti a fare il loro saluto romano sulle tombe dove sono sepolti i caduti della Repubblica Sociale Italiana. Lo stesso scenario, le stesse mani alzate anche a Cremona. Una violazione della legge e della Costituzione, una provocatoria apologia al fascismo in piena regola, una mobilitazione atta ad aggirare i divieti che la prefettura di Milano ha esposto per la Festa della Liberazione, il 25 aprile. Ma l’apologia al fascismo è presente ed è un reato, ogni giorno dell’anno.

I loro saluti non sono passati inosservati, non hanno semplicemente fatto uno smacco alle città ma hanno infangato il ricordo, la memoria, la lotta. Lo dimostra la durissima reazione del Presidente della Camera, Laura Boldrini. Non solo, anche la prefettura si è immediatamente mobilitata, affermando che coloro che hanno esibito il saluto romano verranno denunciati all’Autorità Giudiziaria. Le indagini proseguono, si vuole capire chi erano i militanti, chi ha aggirato un divieto così importante per la città. Milano e l’Italia tutta non si fermano, il ricordo vivrà e la Costituzione non verrà violata. Non passerà inosservato un gesto così duramente doloroso, lo conferma anche il Sindaco di Milano, Beppe Sala che chiede a tutte le forze presenti in Consiglio Comunale una ferma condanna per questa parata nera. Milano, medaglia d’oro della resistenza, profondamente antifascista, non può accettare delle manifestazioni di questo genere, dove il ricordo e la lotta vengono infangati. L’apologia al fascismo è un reato reale, una violazione della Legge e della Costituzione. Un gesto così non si dimentica, i militanti verranno perseguiti per legge per questa parata che sa di provocazione vera.

Quel sabato, mentre le loro mani si alzavano per il saluto romano, qualche chilometro più in là in piazzale Dateo, l’associazione Memoria Antifascista ricordava Gaetano Amoroso nell’anniversario della sua morte, avvenuta 41 anni fa per mano di un gruppo di neofascisti. Milano ricorda i suoi caduti, sempre, come afferma anche il Sindaco Sala con la sua presenza alla commemorazione della morte di Ramelli e Pedenovi, i due militanti di destra uccisi negli anni Settanta. La memoria è sacra e va commemorata sempre ma c’è una reale e profonda differenza tra memoria e apologia al fascismo, tra rappresentare il proprio credo e offendere i caduti. Le indagini continueranno, la Questura di Milano non si fermerà. I partecipanti alla parata nera nazifascita, i responsabili  dovranno essere denunciati. Un oltraggio del genere non verrà tollerato, la conferma arriva anche dal segretario milanese del PD, Pietro Bussolati.

Un reato reale, nonostante i contrasti con alcuni personaggi della destra, come Francesco Storace, presidente del Movimento Nazionale Sovranista. Un vero oltraggio, non paragonabile alle immagini che spopolano tra pagine e gruppi sui social network. Milano si mobilita, antifascista e giusta, contro le violazioni della nostra Costituzione, per onorare il ricordo e la legge che tra le altre ci definisce perché l’apologia al fascismo sia condannata e non passi inosservata.

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