Terme di Acireale: il Sindaco chiederà a Palermo la riapertura del Parco, il Lions chiede al Sindaco di istituire uno spazio museale


Saro Faraci

ACIREALE – La figura di Agostino Pennisi di Floristella, il patrizio acese che diede vita alle Terme nel 1873, è stata rievocata stamattina nel corso di un interesse convegno promosso dai club services e da alcune associazioni cittadine ma voluto ed organizzato dal FAI di Catania e dalla sua dinamica presidente Antonella Mandalà. L’imprenditore e numismatico acese, vissuto nel secolo scorso, fu particolarmente lungimirante quando diede vita agli stabilimenti termali di Santa Venera e all’annesso Grand Hotel des Bains, dirimpetto alla vecchia stazione ferroviaria. Come lungimiranti furono i Pennisi di Floristella, di cui è indiscutibile il ruolo attivo nella promozione della cultura, dell’arte e dell’economia di Acireale di quell’epoca e dei tempi immediatamente a venire.

Nella prima parte del convegno di stamattina tenutosi al Santa Tecla Palace, le brillanti relazioni di Agostino Pennisi, di Saro Bella e di Gemma Cutrufello hanno inumidito per la commozione gli occhi di tanti acesi presenti, consapevoli della rilevanza di un grande patrimonio di beni e di valori che non può essere sciupato, per miopia della politica, inerzia degli intellettuali, mancanza d’orgoglio dei cittadini e assenza di interesse da parte dei più giovani. Ecco, perchè, in occasione del dibattito, intervenendo con il suo presidente Alfio Cristaudo e con i rappresentanti del Forum permanente, il Lions Club di Acireale ha reiterato al Sindaco della città – lo aveva fatto in precedenza con Roberto Barbagallo, lo ha ribadito al neo primo cittadino Stefano Alì – la richiesta di istituire uno spazio museale all’interno del Palazzo di Città dove conservare, valorizzare e rendere fruibile, soprattutto ai più giovani, la memoria storica del termalismo acese e di tutta la produzione culturale, musicale, letteraria e di spettacolo ospitata negli anni nello stabilimento delle Terme di Santa Venera e dell’annesso Parco: la rassegna internazionale d’arte, quella jazzistica, le Settimane Culturali acesi e via dicendo.

La notizia buona l’ha data il Sindaco Alì, a chiusura del convegno. Nei prossimi giorni, sarà formalizzata alla Regione Siciliana la richiesta ufficiale di riapertura del Parco delle Terme di Santa Venera per renderlo fruibile ai cittadini, ai visitatori e ai turisti. Nelle more del doppio procedimento di liquidazione e di privatizzazione, sarebbe l’unico provvedimento di buon senso, sia da parte della Regione che autorizzerà sia del Sindaco che formalizzerà la richiesta. Della manutenzione del Parco si dovrebbe occupare la SOGIP, la partecipata del Comune di Acireale, che riceverebbe in cambio il diritto ad utilizzare un pozzo dismesso sito a Santa Caterina; dovrebbero essere le associazioni cittadine, invece, ad animare il Parco, sulla scia di quanto promosso qualche anno fa dall’Associazione Costarelli – presente questa mattina al convegno il presidente Mario Di Prima, intervenuto al dibattito – e poi inaspettatamente interrotto dalla Regione Siciliana, per via dei continui litigi fra l’ex liquidatore Gianfranco Todaro e l’ex dirigente regionale preposta all’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni Grazia Terranova, in pratica il gestore e il socio.

La strada per il rilancio definitivo delle Terme acesi è invece tutta in salita. Nella seconda parte del convegno, assente l’assessore Gaetano Armao per impegni in Calabria, le attesissime relazioni tecnico-politiche del liquidatore Francesco Petralia e del consulente e componente dello staff dell’Assessore all’Economia Rino Piscitello non hanno aggiunto nulla di nuovo a quanto già non si sapesse in città sullo stato della liquidazione della società di gestione delle Terme. Si è sempre operato nel rispetto della legge, è stato detto, ma i risultati sperati non sono mai arrivati. Sullo sfondo, c’è forse l’unica novità rappresentata dalla possibile interruzione della procedura esecutiva che al momento vede all’asta l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale siti in viale delle Terme. Disponibile ad interrompere tale procedura sarebbe il fondo internazionale Cerberus, ovvero il principale creditore delle Terme di Acireale SpA dopo che ha rilevato nei mesi scorsi il credito vantato da Unicredit nei confronti della Regione Siciliana. Siamo però nel campo dei “se” e dei “ma”, perchè – al di là delle buone intenzioni del principale creditore – ci sono comunque di mezzo le legittime pretese degli altri creditori e gli ulteriori debiti che la stessa società dovrà fronteggiare se, e solo se, la Regione metterà a disposizione le risorse finanziarie possibili con l’accensione di un nuovo mutuo, a valere sulla legge di stabilità del 2016.

Una volta chiusa la liquidazione, si avrà modo di passare alla seconda fase, cioè l’avvio della privatizzazione, ovvero l’affidamento della gestione degli stabilimenti ai privati. E’ un tema quest’ultimo che ha come nodo principale la redazione del bando di gara, sul quale ha fatto bene il Sindaco di Acireale a ribadire che la comunità acese vorrà dire la propria e vigilare sulle modalità di espletamento della procedura. Come ha fatto altrettanto bene a dire l’onorevole Angela Foti, intervenuta al dibattito, che tutte le pregresse responsabilità andranno accertate fino in fondo perchè qualcuno a Palermo dovrà pur spiegare il motivo per cui nè Sciacca nè Acireale ricevettero la promessa somma di 400.000 euro ciascuna, con la quale comunque si sarebbe potuto provvedere a potenziare la vigilanza sugli immobili ed evitare l’ulteriore deriva della massa debitoria.

Insomma, ad andar bene ci vorrà ancora qualche anno per rivedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Già, perchè se anche la liquidazione fosse completata celermente e se la privatizzazione fosse avviata presto, e se arrivassero in tempo tutte le risorse stanziate dalla Regione e se il fondo Cerberus mitigasse le proprie pretese creditorie, e se anche il Parco tornasse pienamente funzionante e se il neo Sindaco di Acireale vigilasse H24 costantemente su tutte le fasi antecedenti la redazione del bando di gara, insomma se anche ci fosse tutto questo e tutto quello, sul piatto rimane una questione non irrilevante: ma queste Terme di Acireale chi le vorrà prendere in gestione e con quale idea di termalismo, posto che in Sicilia – lo ha sottolineato l’ingegnere Ernesto Raciti stamane al dibattito – non c’è nemmeno una legge sul termalismo che abbia recepito, come invece in altre Regioni, la legge quadro nazionale del 2000?

E giustamente, si è sottolineato questa mattina – nell’intervento dell’imprenditore Saretto Leonardi, titolare dell’ex pastificio che fu poi trasformato in albergo e venduto alla Regione negli anni ottanta che lo trasformò nell’Excelsior Palace – se non si cominceranno ad abbozzare fin d’ora le linee guida di un piano industriale, che poi toccherà al privato riadattare ed attuare, non ci sarà nessun futuro per le Terme acesi. Con la buona pace dei nostalgici e degli intellettuali, la rabbia dei delusi e dei feriti nell’orgoglio, la sarcastica soddisfazione dei detrattori e il sorrisino compiaciuto dei dirigenti e funzionari palermitani dell’Assessorato al Bilancio, abili esecutori della legge nell’ottica dell’adempimento, ma non proprio esemplari nell’operare secondo l’ottica del risultato, se è vero che fino ad ora, nel (quasi) pieno rispetto di tutto quanto previsto dalle carte e dalle leggi, si sono visti solo debiti, perdite, chiusura degli stabilimenti e una serie di atti di vandalismo.

L’ultimo dei quali, per inciso, è stato sventato ieri dalle forze dell’ordine che hanno tratto in arresto tre ladruncoli, nascostisi nelle lavanderie dell’ex Hotel Excelsior Palace, intenzionati a rubare oggetti vari all’interno della struttura alberghiera. Ancora un atto di vandalismo che sta dilapidando il valore commerciale di un patrimonio immobiliare che comunque sarà dato in gestione ai privati in corrispettivo di un canone di locazione.

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